Translate

La mia foto
Luca Moschitta, from Catania (Italy), is a 25 years old Professional Poker Player. Youngest Supernova Elite ever in 2009 and the first to buy two Porsche using just FPP. Named "Most inspiring young poker player" in 2013 from Pokerlistings. Winner of IPT and PPT.

lunedì 27 febbraio 2012

Cash Game: come sta andando?

Molti mi hanno chiesto: "Ma come sta andando col Cash Game?"

Per adesso sta andando benino!
Ho giocato non molto ed ho runnato un pò malino soprattutto al NL1000. Nonostante ciò ho vinto circa 15k da Gennaio.
Sto anche mixando ogni tanto qualche hup stg (qui ho rotto la promessa) per poter produrre anche un pò di vpp per confermare Supernova Elite anche quest'anno.

Ho cercato di giocare un pò tutto sia per stake che per tipologia.
Ho giocato principalmente o hup, max 2-3 tavoli alla volta, o sessioni di 12x/16x al nl200 6max.
Giocando su Pokerstars (gioco solo qui!)
Sono arrivato a queste conclusioni:

1) NL200 e NL400 e nl600 sono i livelli dove c'è più possibilità di far profit (per quanto riguarda i livelli che contano) e il field soprattutto in certe ore è molto soft nei 6max. 9max non li ho provati.

2) I livelli alti, sopratutto col fatto di non poter ricaricare più di 1k a sessione sono molti difficili da affrontare. Soprattutto a livello di disciplina ci vuole molta pratica per potersi sedere a quei tavoli, cosa che io ammetto ancora di non avere.
Ho deciso quindi di eliminare totalmente il nl1000 per adesso fino a quando non avrò raggiunto un grado di esperienza maggiore. Per adesso ho solo 3 mesi di esperienza nel cash game e voglio affrontare il mio percorso di crescita ed adattamento nel migliore dei modi.

3) Ho giocato dal NL200 al NL1000. I tavoli hup sono molto profittevoli fino a quando si ha un decente traffico. Ad esempio, ho fatto a volte più profitto al NL200 che al NL400 perchè nel primo ho avuto modo di giocare più mani che nell'altro. Mi sono comunque trovato molto bene al NL400 e il NL600.

4) Questa è la cosa che voglio sottolineare più di tutti. C'è una differenza abissale di livello tra il regular medio e il giocatore occasionale. Mentre nei stg la differenza nel corso di 3 anni di .it si è assottigliata sempre di più, nel cash game la differenza è ancora tanta.
Credo attualmente non ci sia nulla di più stupido che fare le guerre vs regular quando c'è ancora davvero molto da estrarre in valore dal field medio-basso e sopratutto c'è un traffico accettabile.
Il giorno che il livello si alzerà, e ci saranno meno giocatori occasionali, inizierò anche a giocare contro i regular su cui penso di avere un vantaggio. Ma per adesso penso sia solo una perdita di tempo.
Il mio obbiettivo finale, come scritto a inizio anno, non è dimostrare di essere il più forte, ma è vincere il più possibile.
Ho ancora tanto da imparare e sono sicuro che con un pò di umiltà senza sentire il bisogno di dover dimostrare niente a nessuno potrò diventare un buon giocatore anche di cash game.

Luca Moschitta
Pokerstars Team Online

sabato 11 febbraio 2012

Il quasi epilogo di un percorso


L’Italian Poker Tour è senza dubbio il circuito di Poker che mi ha dato fin ora più soddisfazioni. Il mio primo ITM è stato appunto ad un IPT, esattamente il primo Italian Poker Tour di Sanremo, giocato a Giugno del 2010 dove raggiunsi il final table uscendo in settima posizione. Quello fu un torneo giocato molto bene. Ma al final table persi un colpo 80-20%, KK contro AJ preflop, in cui avrei vinto un pot con circa il 50% delle chips che probabilmente mi avrebbe fatto vincere anche il torneo. Da quel momento tanti rimpianti. Tanti ITM, ma sempre tanti colpi sfortunati! Il successivo IPT, 13 left, persi un colpo AQ vs 86 preflop contro Jelassi che mi avrebbe fatto accedere al final table da chipleader, invece mi condannò ad uscire in 13esima posizione. E potrei continuare ancora. Ma il poker è questo!

La mia filosofia non è mai stata quella del giocatore sconfitto, di colui che per non darsi colpe rimpiange la sfortuna di essere l’artefice principale dei propri insuccessi.
Ho sempre cercato di accettare qualsiasi risultato con la giusta filosofia. “Continua a giocare così Luca, se continuerai a giocare bene e un giorno sarai anche fortunato questo gioco ti premierà. Se no la vita continua, questo è solo un gioco!”
Tante volte mi sono ripetuto in mente questa frase. Soprattutto nei momenti meno fortunati della mia carriera.

Ci vuole tanta umiltà nel poker. A volte è un gioco brutale, perchè nel breve periodo nessuno può pretendere di vincere. Tante volte mi sono dovuto sedere a giocare tornei da 5k o 10k euro di iscrizione. Ci vuole parecchio coraggio a investire cifre del genere considerando la così alta percentuale di varianza in questo gioco. Per questo entrano in gioco fattori importantissimi come il bankroll, pagare l’iscrizione di un torneo solo quando si ha un bankroll pari a 100 volte il buyin del torneo. Oppure giocare tornei importanti solo quando si ci riesce a qualificare online, in modo tale da non intaccare il proprio bankroll.

Sono sicuro che se gioco solo un paio di tornei probabilmente tornerò a casa a mani vuote.
Se giocherò 100 tornei, possibilmente con la stessa struttura, sono quasi sicuro di fare un buon profitto o di stare sicuramente in vincita.

Così per un giocatore di poker professionista a volte è molto importante scegliere un circuito di poker che abbia un sufficiente numero di tornei all’anno, una discreta struttura e un prizepool costante. In quest’ottica, la mia scelta tre anni fa è caduta appunto sul circuito dell’Italian Poker Tour. Devo dire che è stata una scelta profittevole. In 3 anni sono riuscito ad affermarmi come uno dei giocatori più vincenti del circuito con 2 tavoli finali e 7 ITM.

Il risultato più bello della mia carriera è stato sicuramente il secondo posto che ho ottenuto lo scorso Settembre a Nova Gorica. In questa occasione ho condotto uno dei tornei migliori della mia vita.
Ho giocato praticamente card dead per tre giorni. Sono riuscito però a giocare gli spot migliori, contro i giocatori giusti e al momento giusto, riuscendo così a raggiungere in final table con uno stack in avarage giocando pochissimi showdown.

Al tavolo finale, rimasti in 7, mi sono trovato in all in con AK contro AJ del chipleader. Durante lo showdown ho ripensato tantissimo al momento già vissuto in passato.
Come tre anni prima, nella stessa situazione di torneo, mi sono ritrovato a giocare un colpo 80-20% decisivo per la sorte del mio final table. Questa volta, finalmente, non fu un colpo sfortunato e lo vinsi! Questo colpo, assieme a una conduzione impeccabile del final table, mi portò a giocare
l’heads up finale.

Al day1, un amico e un giornalista di Poker, Riccardo Trevisani, giocando al mio tavolo mi disse che il mio torneo sarebbe andato bene e sarei arrivato secondo. Nel momento in cui me lo disse, tra me e me pensai che avrei firmato subito per ottenere un tale risultato. Una volta trovatomi in quella situazione, con l’obiettivo di vincere il torneo, pensai molto alle sue parole e non fui molto contento!

Nel testa a testa per il torneo, mi sono trovato davanti uno dei giocatori, attualmente secondo me, più forti al mondo Kovalchuk. Avevo uno stack decisamente inferiore al suo, ma stavo giocando l’heads up, la mia specialità. E non mi sentivo per nulla inferiore.
Riuscì subito a raddoppiare con AK vs A8 preflop. Poi fu un heads up di logoramento in cui cercai di dare del mio meglio ma purtroppo mentre io non avevo carte e non centravo un flop lui vedeva carte e ne centrava molti. Però dopo circa 1 ora mi trovai di nuovo ai resti preflop con AJ vs A6. Un
pot che mi avrebbe portato in vantaggio. Ma il board regalò al mio avversario uno split. Nulla di fatto!

Dopo ore in cui non centravo un flop e vedere che le carte andavano a favore del mio avversario decisi di spingere un pò di più. Decisi di giocare una mano in bluff. Era un buon bluff. avevo k8 e su un board t82aj costrinsi il mio avversario a committare il suo stack al Turn. Al river però scese una delle sue carte e persi il torneo in seconda posizione.

Non ho molti rimorsi. Penso di aver giocato un ottimo torneo. Probabilmente contro un altro avversario anche senza essere fortunato avrei vinto quell’heads up. Vincere una tappa dell’IPT è uno dei miei sogni. Quando sei vicino a realizzare un sogno ma, sul più bello fallisci, ti resta tanto rancore
dentro. Anche se nel mio ego ero un pò deluso, ero comunque contento. Avevo raggiunto un secondo posto, in un torneo così importante. A distanza di alcuni mesi posso dire che questo risultato mi ha fatto crescere tanto.

Sarò sempre presente alle tappe dell’Italian Poker Tour. E nel futuro spero di poter giocare sempre più spesso anche le tappe dell’European Poker Tour.

Sono sicuro che il mio appuntamento con il destino è solo posticipato. Penso che il bello deve ancora venire! Ce la metterò tutta fino alla fine. Non mi sono mai posto limiti nella vita. Nulla è impossibile.

L’importante è esserci, provarci e dare il meglio di sè!. “Se continuerai a giocare bene e un giorno sarai anche fortunato questo gioco ti premierà. Se no la vita continua, questo è solo un gioco!”


Luca Moschitta
Pokerstars Team Online